Essere leghista non deve essere per niente facile.
Innanzitutto il tuo leader è Bossi e già questo è pesante per chiunque abbia un quoziente intellettivo più alto di quello di una tellina, poi non puoi tifare la tua nazionale durante i mondiali. Non puoi andare in “terronia” e ammettere che ci sono dei posti di rara bellezza, sei costretto a parlare a grugniti ed eleggere gente come Cota. Poi ci si mettono anche quei pezzenti di Napoletani, che non vogliono accettare in silenzio il tuo odio e se te gli canti in campagna elettorale che c’hanno il colera, loro poi rispondono mettendo dei cartelli fuori dai negozi dicendo che il leghista non è il benvenuto.
Ma è qui che si riconosce l’impavido militante leghista. Lui non guarda il cartello in lacrime, non piange le sue disgrazie. Lui scrive a Maroni e chiede nientepopodimenoche una cazzo di interrogazione parlamentare. Dicono: “al di là della dubbia legalità di certe azioni propagandistiche che vorrebbero i leghisti non graditi in certi negozi di Napoli, si sta alimentando un clima di tensione e di soppressione della libertà di espressione che merita l'attenzione del ministro dell'Interno.”
Mica come Borghezio che spruzza il Glassex sulle puttane Nigeriane in treno! Questi napoletani zozzi e brutti che il Vesuvio dovrebbe lavarli col fuoco, si permettono di non volere a casa loro dei fieri esponenti della gloriosa stirpe padana. Quasi fossero dei negri qualunque o al massimo degli zingari di merda.
Dice benissimo Paolo Grimoldi, coordinatore federale del Movimento giovani padani: «Se certi cartelli fossero apparsi in Padania, prendendo come scusa le continue battute dell'intelligenza napoletana contro il Nord (basti citare Pino Daniele) sarebbe successo il finimondo. Se invece il razzismo parla napoletano non solo va bene, ma trova anche l'appoggio incauto di certi politici che, invitando a "reagire con forza", rischiano di alimentare le derive più pericolose di questa sconcertante campagna discriminatoria».
E ora scusate, ma vado a pulirmi il culo col tricolore.
«Io voglio un tetto per ogni famiglia, del pane per ogni bocca, educazione per ogni cuore, luce per ogni intelligenza» (Bartolomeo Vanzetti) E' piuttosto ovvio che questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7-3-2001 (ma davvero tocca scriverlo?)
martedì 29 giugno 2010
Anche i leghisti piangono.
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Il punto è... ma i leghisti sono stati in grado di leggere i cartelli?!?!?!buona giornataErnest
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