venerdì 30 luglio 2010

Ho una domanda.



Ho ascoltato le dichiarazioni di Fini.
Cito qualche passaggio:

"[...] la concezione non propriamente liberale della democrazia che l'onorevole Berlusconi dimostra di avere [...]"
"[...] logica aziendale [...] che di certo non ha nulla a che vedere con le nostre istituzioni democratiche [...]"
"[...] legalità intesa come etica pubblica, senso dello stato, rispetto delle regole [...]"
"[...] cittadini onesti (parla degli elettori del Pdl) che non capiscono perché all'interno del nostro partito, il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunità [...]"

La mia domanda è facile facile, la stessa che feci anche a Casini:

MA CON CHI CAZZO CREDEVI DI STARE FINO A IERI SERA?

Sono ANNI che diciamo che democrazia e Berlusconi sono quanto di più lontano possa esistere, che 'la sua "logica aziendale" con la politica non c'entra niente!

E soprattutto: cittadini onesti che non capiscono perché all'interno del nostro partito, il garantismo, principio sacrosanto, significhi troppo spesso pretesa di impunità.
Essù, un po' di decoro.

Troppo comodo


Stavolta sulla copertina del Time c'è il primo piano di una ragazza sfigurata dalla violenza dei Talebani.

Una delle scuse più usate per "farci piacere" la guerra in Afghanistan è stata "andiamo a liberare le donne", una bella paraculata.
I Taliban sono al potere in Afghanistan dalla metà degli anni 90 e non è che le violenze e le limitazioni delle libertà siano inziate nel 2001, ai tempi dell'attentato alle Torri Gemelle.
I Taliban erano stati già parecchio attivi ai tempi dell'invasione sovietica, ma allora si doveva salvare il mondo dai comunisti e non c'era tempo per fermarsi a pensare troppo alle ideologie che erano alla base della loro esistenza.

Io ho finito il liceo nel lontanissimo 1997, quando loro erano al potere da poco tempo.
Mi ricordo che invitammo ad un'assemblea un gruppo di donne (non vorrei sbagliare, ma credo fossero le Donne in Nero) per parlarci della condizione femminile in Afghanistan.
La terribile condizione delle donne, che ora viene usata come spauracchio e giustificazione, si conosceva già.
E' che allora era molto più conveniente voltarsi dall'altra parte.

Adesso ogni volta che succede qualcosa in Afghanistan e si parla di finirla con la guerra, c'è sempre qualcuno che dice che senza le nostre bombe, quelle che ammazzano decine di donne e bambini nei mercati per "errore", la condizione femminile andrebbe peggiorando. E chi è così cattivo da lasciare le donne in mano agli aguzzini?

E' comodo, troppo comodo così.

Metti in prima pagina una foto terribile, un volto giovane e irrimediabilmente sfigurato e chiedi "cosa succederebbe se lasciassimo l'Afganistan?"

Usare un'immagine simile per giustificare una guerra sporca è -credo- l'ennesimo sfruttamento delle donne da parte di una società che di noi non si interessa mai.

Si sapeva benissimo e da anni quello che i Taliban -e purtroppo non solo loro- pensano debba essere il ruolo delle femmine nella società.
E il ricco occidente se ne frega, se di mezzo non ci sono oleodotti, petrolio, droga, diamanti, soldi.
Salvo poi usarci come scusa per ogni barbarie.

Vi ricordate la campagna elettorale dei fascisti qui a Roma? Il SindacoDegliAltri ha vinto le elezioni sulla pelle delle donne, cavalcando ogni stupro come un'arma da usare contro l'amministrazione di Veltroni, rea di essere troppo poco rigida in materia di sicurezza.

Come se le donne avessero cominciato ad essere stuprate in strada nel 2008.
Come se il burqa fosse stato imposto ieri.
Come se le donne afghane avessero dovuto smettere di lavorare, di vivere, di esistere proprio adesso.

Ora vi accorgete della barbarie, ma noi lo sapevamo da un pezzo.



giovedì 29 luglio 2010

Mejo pedofilo che frocio



Il bello di un sito come questo è che anche quando mi sento giù, quando potrei in qualche modo tentennare, rimette subito le cose in chiaro, dimostrando che il mio fiero ateismo e il mio disprezzo nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche e dell'istituzione-chiesa sono giusti e che devo coltivarli sempre.

Sia chiaro, so benissimo che anche nella Chiesa c'è gente per bene e so anche che non tutti i credenti sono degli imbecilli pecoroni razzisti, omofobi e incapaci di intendere e di volere.
Solo che pare che siano una netta minoranza, o quantomeno che non abbiano avuto dal loro dio il dono della parola.
Insomma, se io sapessi che nell'associazione in cui milito c'è pieno di merda, non credo riuscirei a restare in silenzio e a cercare giustificazioni per la puzza. Quantomeno scapperei a gambe levate e farei di tutto per consigliare agli altri di fare altrettanto.
Ma io non sono fedele, quindi non saprei.

Meno male che esiste nella Chiesa di Roma gente come Monsignor
Giacomo Babini, Vescovo emerito di Grosseto. Uno che sulla pedofilia e l'omosessualità ha le idee chiare e non ha paura ad esprimerle apertamente: meglio stuprare un bambino che fare sesso tra adulti dello stesso sesso.

Mejo pedofilo che frocio
, insomma.
"La omosessualità in un prete, se tradotta in pratica depravata, é addirittura più grave della pedofilia, si tratta di uomini viziosi e perversi, che si sono abbandonati a oscene pratiche contro natura".
"Io come Vescovo sarei maggiormente comprensivo con un prete pedofilo che si penta e soffre della sua condizione che di questi viziosi. Le  dico di più, se mi fosse capitato un pedofilo non lo avrei  denunciato, ma cercato di redimere. Un padre come é il Vescovo per un sacerdote, non denuncia i figli che sbagliano e si pentono. Ma con i viziosi bisogna essere intransigenti"

Quindi, cari genitori che lasciate i vostri pargoli negli oratori, sappiate che se succede qualcosa il pedofilo potrebbe non essere denunciato, basta il pentimento.
Ma sappiate anche che se uno dei vostri figli vi dirà di essere gay, brucerà all'inferno e per lui non ci sarà perdono alcuno.
Amen.

giovedì 22 luglio 2010

Ho perso il conto

Ho perso il conto dei cicli di chemio di Zia A., che non si dice, ma è la mia preferita.
Ho perso il conto delle bestemmie cancerose.
Ho perso il conto delle lacrime che mi sono tenuta dentro. Cazzo, io non so più piangere di dolore. Sono entrata nel personaggio. Quella forte, quella brava, quella che consola, quella che sdrammatizza.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
E' che non puoi piangere se vedi tua madre che sta per crollare. Se vedi tuo cugino che sta per crollare. Se porca troia tocca inventarsi le cazzate per Nonnetta e le bambine.
No, non puoi.
E allora quasi non lo sai più come si fa.
Piangi per altro.
Per il mal di pancia, per il ragazzo che ti lascia, ma per Zia A, no, cazzo, non piangi.
Stai una merda, ma non una cazzo di lacrima.
Tantomeno in pubblico.
E allora su faccialibro sei divertente e incazzata col governo, ai messaggi rispondi con una battuta, domani al lavoro sarai sorridente e attiva. Ma tutto quello che vorresti è dormire.

mercoledì 21 luglio 2010

Alternative un par di cazzi.


Ok, lo so, sono decisamente poco educata, ma la rabbia si mischia con l'incredulità quando leggi certe cose e il risultato sono malcelate bestemmie.
Mo' la consulta decide che si può pensare a pene alternative in caso di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni e prostituzione minorile.
MISURE ALTERNATIVE, CAZZO!

Che cosa deve fare uno per andare in galera in questo paese? Non basta stuprare donne e bambini?



Il Piave mormorò: Non passa lo straniero!



Riccardo Missiato è un ex democristiano sindaco di un paesello di manco 12.000 abitanti nella provincia di Treviso, Spresiano.

Da bravo ex democristiano, non tollera il disordine morale, insomma, i veri democristiani so' amici dei preti, mica dei fricchettoni impazziti, e lui proprio non ci sta a vedere il suo amato territorio insozzato dai froci.
E quindi parte l'iniziativa "Estate sicura", che prevede il rastrellamento di gay e trans, che si ritrovano per fare le loro zozzerie proprio sul suo territorio. Quegli zozzoni saranno stanati ovunque!

Che poi non è manco solo un fatto di decoro urbano, è anche un fatto di salute.
I gay, se non lo sapete, sono "malati e deviati, hanno bisogno di aiuto psicologico". Quindi andarli a prendere con la pubblica sicurezza potrebbe essere un primo aiuto da portargli, no?

Ma soprattutto, cari i miei amici dei culattoni, "questa non è la prostituzione femminile, questa è maschile e non può passare inosservata".
Se si prostituisce una donna, magari minorenne, magari costretta, magari stuprata, magari minacciata, magari con dei figli, magari malata, si può anche chiudere un occhio: è o non è il mestiere più antico del mondo? Ma i maschi no! Non si può tollerare un marchettaro. Che schifo e se poi lo vedono i bambini? I nostri amati pargoli sono abituati a vedere le donne rappresentate come mignotte, ma sanno bene che i veri uomini certe cose non le fanno.

Comunque, niente resterà impunito: "dobbiamo scoprire dove sono e identificarli, e se sono clandestini devono venire espulsi".
Nessuno deve infangare il buon nome della mascolinità trevigiana!