martedì 29 agosto 2023

Non me ne frega un cazzo.

Parlare di lupi, orchi, mostri, bestie, animali, è un modo molto comodo per deresponsabilizzare sé stessi e l'intera società. 
Non ripeteremo mai abbastanza che non sono lupi, orchi, mostri, bestie, animali a violentarci, picchiarci, ammazzarci, molestarci.
A farlo sono uomini. Sono quelli che a ragione, da decenni, chiamiamo "figli sani del patriarcato"
Figli di una società che non ci vede come persone degne di rispetto, ma come carne a disposizione.
Una società che ci divide in sante e puttane e che ci dice che le puttane hanno esattamente quello che si meritano, quello che "si sono cercate". Perché hanno bevuto, perché vanno in giro da sole, perché non sanno scegliere le loro frequentazioni, perché sono indecorose, svestite. Perché vogliono essere libere.
 
E allora ci vorreste vedere chiuse in casa, sole, perché per voi la solitudine e l'isolamento sembrano essere il solo modo per evitare la quotidiana dose di violenza che da sempre subiamo in quanto donne. 
 
Quello che ci fate lo fate perché siamo nate femmine, perché pensate di poterlo fare, perché sapete che ci sarà sempre qualcuno pronto a dare a noi la colpa delle vostre azioni.
Perché noi vi provochiamo.
La nostra stessa esistenza pare essere una provocazione.
 
E quindi ce la siamo cercata, ce la cerchiamo sempre, perché noi, da sole, ci mettiamo in situazioni di pericolo.
 
Eppure io non conosco nessuna donna che si sia mai messa volontariamente in una situazione di pericolo. Ma conosco decine e decine di donne che si sono trovate in pericolo.
 
Di certo io non ero in una situazione di pericolo quando il vecchio porco vicino di casa al paese mi ha stretta forte, strusciando il suo schifoso pisello di vecchio su di me, che ero una bambina, toccandomi il culo.
O quando due uomini in macchina hanno detto a mia mamma e a me, sulla strada verso la mia scuola media, di fargli un pompino perché mia madre li aveva mandati affanculo per un sorpasso a cazzo di cane.
O quando, incinta, sono stata invitata da uno alla stazione a fargli un pompino "o almeno una sega".
O quando, o quando, o quando.
Che ne sapete, voi, di quanti "o quando" abbiamo noi donne da raccontare. Alcuni "o quando" sono finiti bene. Altri no. Troppi no.
 
La verità che non volete vedere, che vi fa comodo non vedere, è che per noi la situazione di pericolo è ovunque. A casa, al lavoro, sui mezzi pubblici, a scuola, al bar. Da sobrie, da ubriache, con la gonna corta, con i jeans.
 
Voi non volete sentirci raccontare com'è sentirsi dire "cosa ti farei" da quando sei poco più di una bambina. 
Non volete sapere cosa sia la sensazione di dover stare sempre all'erta.

Non volete saperlo, non volete sentirlo, non vi interessa.
Perché è una sensazione, questa, che voi, amici uomini, non proverete mai.

E davvero vi giuro che vorrei poter finire questo sfogo rabbioso dicendo che mi dispiace se vi sentite offesi da queste parole, perché "not all men", ma sinceramente sono stanca, furiosa e dei vostri "not al men" non me ne frega un cazzo.


 
 
 
 

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