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venerdì 8 settembre 2017

'n omo, 'na donna, 'na donna, 'n omo... * Il Maschio Femmina di Gramellini.


Gramellini è un grande.
Una carriera basata su luoghi comuni, frasi fatte e sciocchezze incomprensibili. 
Concetti (?) buttati alla rinfusa in una specie di centrifuga, mischiati come viene e poi rimessi insieme in un italiano semplice e di facile lettura, perché possa essere condivisa a destra e sinistra, da uomini e donne.

Davvero, un genio.

L'ultima perla (in ordine puramente cronologico: so già che arriverà di meglio) è un'interessantissima descrizione del "Maschio Femmina", essere mitologico che in pratica piscia seduto, si lava, pulisce casa e lascia guidare la compagna. 
Una cosa che nel 2017 per i Gramellini deve risultare ancora parecchio spiazzante, ma che alcune di noi conoscono da qualche decennio. Io, per dire, ho un padre così.

Il pezzo di Gramellini, ospitato ne "Il tempo delle donne", il ghetto rosa che il Corriere della Sera ha ritagliato per noi femmine tra un culo, due tette e il gossip su chi scopa chi, è un concentrato di luoghi comuni su uomini e donne talmente esagerato da sembrare una presa in giro. Anche se stiamo parlando di Gramellini.
Donne che guidano e maschi al posto del passeggero. Dove andremo a finire di questo passo, io proprio non lo so.

Davvero nel 2017 si fanno ancora battute sui maschi che si lavano le ascelle e usano l'aspirapolvere? Davvero ancora si può prendere in giro un uomo che fa il padre giocando e badando ai propri figli? 

Oddio, sì, si fanno, ma insomma, in un posto chiamato "Il tempo delle donne" la cosa sembra ancora più assurda.

Ma al di là delle cazzate tipiche del gramellinismo, c'è una cosa che mi ha lasciata parecchio perplessa:
Purtroppo anche il Maschio Femmina può trasformarsi in un mostro, quando si sente abbandonato. Resta incapace di chiudere una storia in modo netto e di reggere il distacco. Ogni storia che finisce rinnova il suo trauma primordiale, quello sganciarsi dal grembo della donna al momento di nascere che lo induce a sentirsi abbandonato anziché creato. La sua, anche al netto dei casi di cronaca nera, è una forma di dipendenza che si nutre di falso orgoglio e autentico egoismo. Ma un uomo, ancorché modificato, serve ancora a qualcosa?
Aiutatemi a capire.
Cosa vuol dire "può trasformarsi in un mostro quando si sente abbandonato"?  Cosa significa "al netto dei casi di cronaca nera"

Si sta forse suggerendo che quando un Maschio Femmina, quello che ci sembra "migliore" perché usa il deodorante, può arrivare ammazzarci ("diventare un mostro"), se si sente abbandonato?
Si sta forse dicendo che la colpa è delle donne ormai troppo forti, indipendenti, che addirittura guidano la macchina e che abbandonano i maschi trasformando in assassini anche i migliori di loro?

Non sarebbe la prima volta e temo non sarà nemmeno l'unica.  
È la strada più battuta, in fondo, la più semplice.
La nostra indipendenza svirilizza i maschi che si sentono castrati e quindi ci ammazzano.
Quante volte l'abbiamo già sentita?

Continuo a chiedemi come diamine sia possibile dare ancora credito a chi scrive tali pericolose assurde banalità e addirittura ospitarle in luoghi pensati "per le donne" (sì, lo so, è il Corriere, non posso aspettarmi molto). 
Come a volerci ricordare che va bene tutto, ma certe cose, care, non sono per noi. 

P.S. Gramellini, lascia stare Totti, quelle lacrime allo stadio sono state le nostre e se non le hai capite, povero te.

* In viaggio con papà, Alberto Sordi, 1982

venerdì 11 novembre 2016

Accoglienza.

Tra le millemila analisi del voto americano, quella di Gramellini non spicca certo per originalità. 
Della "mascolinità" di Cilnton come concausa di una -prima possibile, poi reale- sconfitta si è parlato praticamente da subito.

Ogni volta che una donna si affaccia sulla scena politica, ogni volta che una donna di potere prende pubblicamente la parola, la prima e più facile accusa che le viene mossa è quella di non essere abbastanza femminile e, chiaramente, abbastanza materna
Di "tradire" il suo essere donna in nome della ricerca, appunto, di un potere che continua ad essere peculiarmente maschile.

A meno che non si intenda applaudire al suo saper "tirare fuori le palle", dal momento che, per moltissime e moltissimi, per essere forti, indipendenti e determinate noi donne dobbiamo dimostrare di avere attributi maschili.

Insomma, dicevo, non c'è niente di particolarmente nuovo nel Buongiorno di ieri, "Donna di picche". Al contrario.

Dopo aver sostenuto che Clinton si sarebbe vergognata "del suo essere femmina", Gramellini ci spiega cosa devono fare le donne per
infrangere il «soffitto di cristallo» della politica, le signore farebbero bene a estrarre da se stesse l’unica risorsa che le renderebbe davvero invincibili presso l’elettorato di entrambi i sessi: un approccio accogliente.
La nostra unica risorsa è avere un approccio accogliente.

Possiamo studiare, impegnarci, fare qualsiasi cosa, ma l'unica risorsa che ci resta, a conti fatti, è un approccio accogliente.
Perché questi sono gli attributi che tutte noi dobbiamo dimostrare di avere: femminilità e animo materno. Qualsiasi cosa questo significhi.

Un approccio accogliente.
Ad essere onesta non so bene cosa si intenda per "accogliente".

Forse Gramellini vuole dirci che dobbiamo essere più sorridenti, remissive, dolci, amabili.

Magari dobbiamo vestirci in un certo modo, usare un trucco leggero, portare i capelli sciolti, ma sempre in ordine, di un colore neutro e non troppo appariscente.
Dovremmo usare un tono di voce basso, non dire parolacce, sorridere, sbattere le ciglia quel tanto che basta per essere ammiccanti senza essere zoccole.

Come dice la mia amica Elo: fragile e decorativa.
Ma non troppo, mi raccomando, che poi diventiamo fregne mosce e ai maschi spesso non piace.

Mi rendo ben conto che trovare il giusto mix è un lavoro difficile e laborioso, ma per far felice un Gramellini possiamo farcela, sorelle!

Comunque non è tanto il Buongiorno che mi crea problemi, quanto la "spiegazione" che Gramellini ha ritenuto di dover dare a chi, come me, gli ha chiesto lumi su come comportarsi per non rischiare mai più di essere una donna di picche, ma di cuori.
So di avere toccato un tabù ma è il pezzo più femminista che abbia mai scritto nella mia vita. Prima di pubblicarlo, l’ho fatto leggere a moltissime donne che lo hanno condiviso. La parola “accogliente”, per me, non ha un significato sessuale. Ribadisco il mio pensiero: la politica ha bisogno di femminile e il femminile è il contrario dell’aggressività. Questa è l’accoglienza, non essere né freddi né aggressivi. Accoglienti nei confronti del diverso, nei confronti della novità. È un atteggiamento che io riscontro ogni giorno in tantissime donne, con cui parlo e con cui lavoro. E sarei felice di ritrovarlo anche nelle donne che fanno politica perché ne trarremmo tutti beneficio. 
A Gramellini ho posto diverse domande, che purtroppo sono rimaste senza risposta.

In primo luogo proprio non riesco a capire quale sarebbe il tabù toccato spiegando alle donne come devono comportarsi. Insomma, dalla mia esperienza mi pare al contrario una prassi ben consolidata.
Io, per dire, sono 37 anni che ho a che fare coi vari mettiti la gonna, sciogli i capelli, truccati meglio, sei un maschiaccio, non fischiare, non dire parolacce. C'è sempre qualcuno che vuole spiegarci come dobbiamo vestirci, comportarci, parlare, essere per essere donna. E molto spesso quel qualcuno ha il pisello.

E ancora, cosa renderebbe quel pezzo addirittura femminista? Il fatto che parlasse di femmine?
No, perché l'idea che una donna debba essere accogliente per arrivare da qualche parte è tutto fuorché femminista. Per non dire di quanto poco sia femminista un uomo che spiega alle donne come vivere.
Qual è l'idea che Gramellini ha del femminismo? Cosa pensa che sia?

Ma soprattutto, chi dice che il problema in quell'approccio accogliente sia una presunta connotazione sessuale? Piuttosto mi pare si tratti della solita, pallosissima idea della donna/mamma/chioccia, che abbraccia, consola, aiuta, sempre col sorriso sulle labbra.

Ma la colpa, diamogliene atto, non è di Gramellini. Lui è così, proprio non ci arriva. 
Sono più che certa che lui sia profondamente convinto che dire "il femminile è il contrario dell'aggressività" sia qualcosa di profondo e in qualche strano modo addirittura provocatorio. 
E invece è solo quello che a noi femmine è insegnato fin da bambine e che molte, moltissime di noi combattono ogni giorno. Spesso fin da bambine.

Ma di Gramellini, drammaticamente, è pieno il mondo. Il gramellinismo è ovunque, siamo circondate.

Vi ricordate il libro di  Jacopo Fo: Sulla naturale superiorità della donna?
Lì ci si diceva che noi donne in quanto donne siamo sublimi, meravigliose, fantastiche. La delizia dell'universo, del creato. 
Ci diceva che siamo il meglio perché diamo la vita e il latte.

Cosa c'è di tanto diverso dall' "accoglienza" di Gramellini?

Le femmine non urlano, le femmine non fischiano, le femmine non picchiano, le femmine non lottano. 
Sono cose che impariamo alla materna. 
E che dalla materna impariamo a combattere.


Lagertha