E Massimiliano finalmente riuscì ad aprire le due zip della tenda a Igloo.
Ne uscì come un pazzo. Inciampò ma non cadde. Riprese l’equilibrio e si mise a
correre per tutto il campeggio continuando ad urlare A Viviana sono venute le
mestruazioniiiiii!!!! A Viviana sono
venute le mestruazioniiiiii!!!!
Sì.
È andata così.
Ma no, non è che io a13 anni appena compiuti andassi in campeggio con Massimiliano.
No aspè e che è? Io sono figlia di napoletani, mica di svedesi. Eravamo in
quattro nella tenda. Io, Massimiliano, Sergio e Monica, tutti tra i 10 e i 13
anni, tutti più o meno cuginetti, depositati in campeggio ad una sola coppia
adulta. Sì, depositati in senso letterale, insieme al pacco dei giornali,
direttamente al cancello del campeggio. Proprio col pacco. Viaggiavamo nelle
macchine dei giornali, quelle che partivano nel cuore della notte per arrivare
al mattino alle varie destinazioni. Quella volta era la macchina in direzione
Formia. Ci caricavano dietro, erano le station
wagon. Wow! Una cosa rara e all’avanguardia, ci sentivamo dei privilegiati
e assolutamente clandestini. Non sia mai la polizia fermava la macchina, mica
ci si poteva viaggiare, con dei ragazzini, poi. Ummarò, se ci penso oggi, che
matti sti grandi a infilarci là dentro. Sdraiati in mezzo a tutti ‘sti pacchi,
quest’odore di stampa fresca, giù!
abbassate la testa, giù!
Alla fine dormivamo e ci svegliavamo a destinazione. Uscivamo dal retro,
assonnati e clandestini trionfanti.
Allora. Sì. Dormivamo nella tenda, ma la tenda era piantata a fianco
alla roulotte, quella della coppia adulta. Insomma era più una concessione per
piccoli indiani coatti, diciamo. Facevamo un po’ di casino prima di dormire e
poi crollavamo. Ma quella mattina svegliati dal caldo, eravamo sudati e in una
pozza di sangue. Tra il sonno e la veglia ci rendemmo conto che era sangue, e
mentre cercavamo di capire cosa diavolo fosse successo, Massimiliano, ad un
certo punto, risalendo dalla pozza, scoprì la fonte.
-Sei tu, sei tu, guarda il pigiama!
-Oddio!
Hai ragione. Ma che cavolo… era già uscito e stava già urlando.
Amen.
È andata.
Da quel momento apriti cielo,
il campeggio aveva occhi da ogni parte, occhi sorridenti-ammiccanti-additanti-compiaciuti-compiacenti,
soprattutto quelli delle donne adulte erano compiaciuti-compiacenti. Che cazzo
vi sorridete? Non mi posso fare il bagno, mi fanno male i reni, sudo come un
budino, non posso andare più a fare pesca subacquea con Rosario. Avevamo fatto
pure le fiocine con le stecche degli ombrelli, comprato i lacci emostatici, ci
eravamo pure allenati a colpire gli alberi co’ sta fionda micidiale, era tutto
pronto, ero pronta. E invece? Niente. Stop. Fine della vacanza.
Dopo aver lavato me e la tenda ero andata al telefono a gettoni dello
spaccio, a telefonare a mia madre, ovviamente. Cioè per me non era così ovvio.
Tutti dicevano che dovevo ovviamente telefonare a mia madre e io ovviamente telefonai.
-Mamma,
mi sono venute le mestruazioni.
-AH! …
Allora non ti puoi fare più il bagno.
-.Ecco
appunto, lo vedi, non posso fare il bagno (ecco vedi, lo
sapevo, avevo ragione, un guaio un cazzo di guaio non mi posso fare il bagno). Ma perché, Ma’, non mi posso fare il bagno?
-ma
come perché, ma è ovvio che non ti puoi fare il bagno, come fai, scusa. NON SI
PUÒ FARE IL BAGNO CON LE MESTRUAZIONI.
.e ho
capito, non me lo faccio, ho capito, (è
ovvio?). Ma per quanto tempo?
-FIN
CHE DURANO … Rispose ... Lapidaria.
Vabbè. Mettiamoci una pietra sopra.
E quanto dureranno mai?
Quattro, cinque giorni al massimo.
7.
Durarono sette giorni.
Credo che… Sì. Il ciclo più lungo della mia vita.
E a questo punto potete anche interrompere la vostra lettura qui, ne
avete facoltà, pure perché me li ricordo tutti e sette ( tutta colpa di Lola. Ovviamente.
Io mi ero scordata tutto. Ovviamente.)
Se volete: ritentasaraipiufortunato@outlook.it
Se volete: ritentasaraipiufortunato@outlook.it
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