05 settembre 2008- ho le chiavi e questa diventa CasaMia
07 settembre 2008- la prima notte! Birra e Roma Città Aperta
30 settembre 2011- rendo le chiavi e però sarà sempre CasaMia
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Natale 2008 |
«Io voglio un tetto per ogni famiglia, del pane per ogni bocca, educazione per ogni cuore, luce per ogni intelligenza» (Bartolomeo Vanzetti) E' piuttosto ovvio che questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7-3-2001 (ma davvero tocca scriverlo?)
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Natale 2008 |
IntimidazioniLeggo sul Corriere che c’è stata un’irruzione della polizia al Policlinico di Napoli per presunto «feticidio».
Si trattava in realtà di «un aborto terapeutico alla quarta settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subìto l'intervento».L'Unione delle Donne in Italia afferma: «Nel reparto di interruzioni volontarie di gravidanza, nella serata dell'11 febbraio, alcuni agenti del Commissariato Arenella hanno fatto irruzione, senza alcun mandato, motivando di aver notizia di reato di 'feticidio' […] si trattava di un aborto terapeutico alla IV settimana, regolarmente effettuato nel rispetto della legge 194 e della salute della donna che ha subìto l'intervento, e che ha espulso, peraltro, un feto morto».
I medici, «di fronte ad un inedito agire della forza pubblica, hanno tutelato la donna, ma non hanno potuto evitare il sequestro del materiale abortivo e della fotocopia della cartella (anonima) della paziente. Gli agenti hanno intimidito la vicina di letto della donna esortandola a testimoniare in quel momento, altrimenti sarebbe stata chiamata a farlo davanti ad un giudice».L'associazione denuncia «il clima che sta montando contro le donne, nel nostro paese e nel caso specifico in Campania, che genera procedure ai limiti della legittimità, ma soprattutto contrarie ad ogni buon senso. La libertà femminile ha reso inevitabile l'agonia del patriarcato che, ottenebrato, mostra la sua faccia feroce, contrapponendosi alle donne con l'intimidazione».Il direttore generale del Policlinico, Giovanni Canfora, ha avviato un'indagine interna. Il primario del reparto e direttore del Dipartimento di Ostetricia, prof. Carmine Nappi, ha scritto per la direzione una relazione sulle modalità di svolgimento dell'aborto. «Si è trattato di un aborto praticato nel secondo trimestre, alla ventunesima settimana di gravidanza, che è previsto dall'articolo 6 della legge 194/78, eseguito con un' iniezione di prostaglandine […] Il feto presentava un' alterazione cromosomica. Se la gravidanza fosse stata portata a termine ci sarebbe stato il 40% di possibilità di un deficit mentale. La donna ha presentato un certificato psichiatrico della stessa struttura universitaria sul rischio di 'grave danno alla salute psichica', che ha autorizzato l'intervento». Per la cronaca, Nappi è un obiettore.Comincia la crociata. Tocca stare attenti, perché qui si mette male.
Spero che la sinistra e quello che ne resta non tacerà davanti ad un episodio tanto grave.
15 febbraio 2008Le Streghe
Tremate, tremate, le streghe son tornate!
No, non è un anacronismo. Ieri davvero le "streghe", le donne che vogliono decidere sono tornate.
È stata una bella manifestazione.
Non credevo che saremmo state così tante. 5000 o 4000, non conta. Tutto è partito dalle donne, con gli sms e i passaparola.
Sono arrivata davanti al Ministero e lì c’erano ad aspettarmi Mamma e le Zie.
Il sit-in è diventato subito un blocco stradale, anche perché la piazzetta davanti al Ministero non ci poteva contenere tutte.
E quindi corteo.
Si voleva andare al Fatebenefratelli, ma eravamo troppe.
Siamo andate oltre, fino al Ministero di Grazia e Giustizia, dove ci hanno fermate per un po’. Ma non ci siamo disperse.
Ma alla fine siamo andate avanti, ci hanno lasciate passare e siamo arrivate a Largo Argentina.
Lì ci siamo fermate di nuovo, a gridare ancora.
Un po’ di tensione con la polizia che ci spingeva indietro, una manifestante è stata fermata.
Ma è stato bello vedere tante donne di età diverse che non sono arretrate davanti ai celerini coi caschi. E poi “le donne non si toccano neanche con un fiore!!”
Non ci siamo disperse. Abbiamo gridato “vergogna” e “giù le mani dal corpo delle donne”, con le mani alzate.
Mia ZiaA voleva andare dai celerini a dire “potremmo essere le vostre madri, fateci passare”, ma per fortuna si è limitata ad alzare il suo cartello “SCELGONO LE DONNE” e a gridare "vergogna".
Molte avevano un cartello con scritto “Silvana siamo tutte con te”.
C’erano donne che 30 anni fa urlavano gli stessi slogan e li urlavano per tutte noi. C’erano ragazze della mia età, che nel 1978 non erano nemmeno nate. Ma eravamo tutte lì a difendere il nostro diritto di scegliere e vivere la nostra vita senza costrizioni. E c'erano anche un sacco di uomini, con o senza compagne.
Una signora mi ha cazziato perché ho urlato "Ferrara ciccione", ma non importa.
Zia R ha urlato "l'utero è mio e lo gestisco io" e tre donne hanno gridato con lei, finché una loro amica ha risposto "non ci provare: Stai in menopausa!"
La risposta più bella agli attacchi di Ferrara e della chiesa sono state proprio le nostre risate.
Non ci fermiamo.
"L'unica lotta che si perde è quella che si abbandona."
Sono le parole che Massimo Carlotto fa pronunciare a Hebe de Bonafini ne "Le Irregolari". Sono le parole dure di una madre di plaza de Mayo, ma credo che siano adatte ad ogni lotta giusta.
Mi è arrivata una mail con preghiera di diffondere.
Io difendo e diffondo. Voi firmate e fate firmare.
http://www.firmiamo.it/liberadonna
Le donne sono sublimi, meravigliose, fantastiche. La delizia dell'universo, del creato. Noi non vogliamo la parità tra uomini e donne. Le donne sono meglio. Sono più belle e più buone. Danno la vita, danno il latte, danno amore. Gli uomini sono all'altezza di un compito che richiede tanta cura e lo hanno ampiamente dimostrato con diecimila anni di guerre.
Questo libro vuole fare giustizia di tutte le sciocchezze che si sono dette sull'inferiorità della donna. È un tributo, un'ovazione a tutto quanto femmina.
Regalatelo alla donna che amate inginocchiandovi ai suoi piedi e abbracciando i suoi ginocchi. Se invece conoscete un maschio che ancora non ha capito la stupenda superioritý della donna fateglielo comprare. E passando alla cassa chiedete che non gli venga fatto lo sconto...
Donna è bello, anzi bellissimo.
Il giorno che Dio creò la donna era
particolarmente in forma.
Gli è riuscita benissimo.
Le donne sono materne, buone, morbide,
sinuose, rotondeggianti.
Gli uomini hanno inventato la guerra,
lo schiavismo, la tortura.
Le donne hanno inventato l'agricoltura,
le lenzuola, la pasta al pomodoro.
Le femmine sono miti, gentili, tenere,
remissive, per questo si sono lasciate
sottomettere dai maschi.
Per millenni le femmine sono state
considerate esseri inferiori,
incapaci di intendere e volere,
fino al punto che non potevano possedere alcunchè,
o votare e non si pensava neppure
che avessero un'anima.
Poco più che animali.
È ora di ristabilire la verità.
Le donne sono meglio.
Dedichiamo questo libro alle nostre mamme.
Non sono d'accordo solo su una cosa: lei non sta parlando di bellezza, e la bellezza non è un valore. Lei sta parlando di moda: il suo corpo ha un prezzo perché attualmente risponde a dei canoni, creati e imposti da un sistema politicoeconomicomediatico che ne trae vantaggi. Questo si chiama moda, la bellezza non c'entra nulla. La bellezza è una relazione, ed il sentimento di quella relazione, tra un essere senziente e un altro soggetto (senziente o no); relazione/sentimento che può essere oggetto di condivisione, di comprensione, e anche di con-passione, ma certo non è un valore. Essa non "vale" nulla, non è "utile" a niente, è del tutto disinteressata e non può esserci "equivalente" con altri sentimenti - tanto è vero che la si può provare da sola o insieme ad altri sentimenti e sensazioni, come l'amore e/o la paura, l'estasi e/o il disgusto.
La replica del ministro, 24 ore dopo. "Sfortunato quel Paese nel quale dovessero prevalere il rifiuto di ogni dimensione ironica e la perdita della capacità di sorridere anche di fronte ai paradossi più' politicamente scorretti. E' ovvio che non intendevo offendere nessuno ripetendo la storiella che Guido Carli mi raccontò per sdrammatizzare un momento critico. Ma offende ancor più' la disonestà intellettuale di quanti, ancora una volta, usano ogni pretesto per criminalizzare chi tocca l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, perfino in relazione ad un semplice atto di fiducia nei confronti della contrattazione collettiva"
Signor ministro Sacconi,
ho avuto il piacere di ascoltare la simpatica barzelletta sulle suore stuprate, raccontata alla platea di Atreju qualche giorno fa.
Le allego il video, perché non ho nessuna intenzione di accettare come risposta il solito "sono stato frainteso".
http://tv.repubblica.it/dossier/crisi-italia-2011/ sacconi-le-suore-violentate- per-spiegare-la-manovra/75589? video=&ref=HREA-1
Forse, ministro, il mio essere donna mi rende particolarmente sensibile al tema della violenza sessuale, ma so per certo che centinaia di Uomini ascoltando le sue parole hanno sentito lo stesso orrore e lo stesso dolore che ancora non mi abbandona.
Lei, signor Sacconi, forse non sa che la prima difesa di ogni stupratore che si rispetti è che in fondo "lei lo voleva", che quel "no" non era abbastanza convincente, che lei lo aveva "provocato".
Vede, signor Sacconi, anche io la disprezzo come lei disprezza il mio sindacato, le mie idee politiche ed, evidentemente, la mia identità sessuale, ma di certo riuscirei ad esprimere il mio pensiero senza insultare le migliaia di vittime di violenza sessuale.
Tra l'altro, signor Sacconi, essendo lei un Ministro della Repubblica Italiana, dovrebbe quantomeno essere in grado di misurare le parole e capire che non tutte le barzellette sono divertenti e raccontabili.
Sa, signor Sacconi, dal primo di Gennaio sono state ammazzate quasi cento donne e gli stupri non si contano, perché troppe donne hanno ancora paura di denunciare. Paura magari di trovarsi davanti qualcuno che, come lei, ride della violenza sessuale, la trova un oggetto da barzelletta, qualcosa che possa essere minimizzato impunemente.
Lei, signor Sacconi, dovrebbe chiedere pubblicamente scusa a tutte le donne. A quelle molestate, a quelle stuprate, a quelle picchiate a morte per aver detto "no", come la suora della sua barzelletta.
Scrivo per conoscenza anche al Presidente Napolitano, che sulle questioni della violenza di genere si è spesso espresso con parole forti e condivisibili, certa che anche lui vorrà esortarla a scusarsi con tutte e tutti noi, e alla Ministra Carfagna, che spero vorrà prendere pubblicamente posizione.
Se lei avesse senso civico, buon gusto e vergogna, si dimetterebbe domani stesso, ma non sono un'ingenua e non oso sperare tanto.
In attesa di una sua risposta e soprattutto delle sue pubbliche scuse, le invio i miei saluti.