Nel 1991 tale Leando Aletti bloccò un aborto terapeutico in corso e convinse la donna a portare avanti la gravidanza, che però si interruppe lo stesso. Ovviamente lei ne uscì devastata, cosa che avrebbe potuto immaginare chiunque, ma non certo un medico obiettore ciellino.
Sempre lui pochi giorni fa avrebbe dato delle "assassine" a tre donne che erano in ospedale a Melzo per l'interruzione di gravidanza.
La cosa che mi fa più incazzare di tutta la storia non è tanto il comportamento di Aletti, che per quanto sia vergognoso non è (purtroppo) un caso isolato, quanto il racconto delle donne: hanno dovuto compilare la cartella clinica in un atrio lungo la corsia del reparto.
L'ospedale dice che è un caso, che capita quando la sala visita è occupata.
Cioè, tu vai in ospedale per fare una delle cose che io credo sia tra le più difficili e dolorose per una donna e ti fanno compilare la cartella clinica "in un atrio lungo la corsia del reparto"?!?
Al di là della privacy, mi pare una cosa gravissima, segno lampante di come la sensibilità di una donna che sceglie di abortire venga messa sempre e comunque in secondo piano. O magari sono io che come al solito esagero.
«Mentre iniziavamo il colloquio con il medico di turno venivamo accostate dal primario che ci aggrediva con insulti ad alta voce così tutti i presenti venivano edotti della ragioni della nostra presenza nel reparto rendendo di pubblico dominio una scelta delicata e assolutamente personale».
L'avvocato di Aletti parla di un "fraintendimento tra le parti".
Ma se io sto in ospedale per abortire e te mi dici "assassina, sta uccidendo suo figlio", c'è poco da fraintendere.
Io voglio la lista dei medici obiettori e soprattutto voglio i medici obiettori fuori dalle strutture pubbliche.
Se IO ti pago, TU mi devi garantire quello che LA LEGGE ha stabilito.
Sempre lui pochi giorni fa avrebbe dato delle "assassine" a tre donne che erano in ospedale a Melzo per l'interruzione di gravidanza.
La cosa che mi fa più incazzare di tutta la storia non è tanto il comportamento di Aletti, che per quanto sia vergognoso non è (purtroppo) un caso isolato, quanto il racconto delle donne: hanno dovuto compilare la cartella clinica in un atrio lungo la corsia del reparto.
L'ospedale dice che è un caso, che capita quando la sala visita è occupata.
Cioè, tu vai in ospedale per fare una delle cose che io credo sia tra le più difficili e dolorose per una donna e ti fanno compilare la cartella clinica "in un atrio lungo la corsia del reparto"?!?
Al di là della privacy, mi pare una cosa gravissima, segno lampante di come la sensibilità di una donna che sceglie di abortire venga messa sempre e comunque in secondo piano. O magari sono io che come al solito esagero.
«Mentre iniziavamo il colloquio con il medico di turno venivamo accostate dal primario che ci aggrediva con insulti ad alta voce così tutti i presenti venivano edotti della ragioni della nostra presenza nel reparto rendendo di pubblico dominio una scelta delicata e assolutamente personale».
L'avvocato di Aletti parla di un "fraintendimento tra le parti".
Ma se io sto in ospedale per abortire e te mi dici "assassina, sta uccidendo suo figlio", c'è poco da fraintendere.
Io voglio la lista dei medici obiettori e soprattutto voglio i medici obiettori fuori dalle strutture pubbliche.
Se IO ti pago, TU mi devi garantire quello che LA LEGGE ha stabilito.
Come non essere d'accordo con te amora?
RispondiEliminaI medici obbiettori in mezzo alla strada o nelle strutture religiose, io non li voglio nelle ginecologie pubbliche!
Kisses
Azzurra
Le teste bacate abbondano, il rispetto per una persona che vive un momento devastante per la sua vita dovrebbe essere garantito.
RispondiEliminaMa se in Italia si giustificano ancora gli stupri di gruppo (Montalto di Castro docet) che ci possiamo aspettare.
Ciao
Quest'uomo è una merda e deontologicamente un essere spregevole cui andrebbe sospeso il titolo accademico e il posto.
RispondiEliminaGrande solidarietà alle tre signore coinvolte in questa squallida vicenda e a lui il mio più sincero: "FOTTITI STRONZO"
concordo con te, gli obbiettori dovrebbero esercitare Solo in strutture private, ma tutto ciò è impossibile, potrebbero almeno obbligare ogni ospedale pubblico a far fare questi colloqui solo ai medici non obbiettori...
RispondiEliminanon so se hai mai visto questo blog : http://www.abortoterapeuticoenon.blogspot.com/
ci sono racconti veramente inquietanti...