Anche in vacanza, non sono stata capace di perdere l'orrido vizio di leggere il giornale.
Tra gabbie salariali, esami di dialetto, puttane e cocaina, la mia attenzione e la mia rabbia sono state tutte per gli articoli sulla Ru486.
Ho letto di un Gasparri scatenato, che vuole sapere, vuole indagare, vuole che sia il Parlamento a decidere sulla vita delle donne. Quelle 29 morti in poco meno di trent'anni sono davvero troppe.
E' interessante notare che -a parte la Roccella, che quando sente parlare di aborto, eutanasia, libertà è tutta un fremito e la Binetti, che mi sa che ha tirato fuori il cilicio delle grandi occasioni- le voci femminili sono davvero poche.
Chi si indigna, chi sbraita, sono soprattutto i maschi, come se fosse un loro problema.
Uomini che si arrogano il diritto di parlare e decidere su cose di cui nulla sanno e nulla sapranno mai.
Ovviamente c'è la Chiesa, pronta a scomunicare le donne omicide e i medici loro complici. Scomunicare tutti, come quella ragazzina di meno di dieci anni, che non ha partorito i gemelli del patrigno che abusava di lei.
Parlassero piuttosto di preti pedofili, ché di certo conoscono meglio l'argomento.
O si parlasse con la stessa veemenza delle donne costrette ad abortire nella clandestinità nel nostro civilissimo mondo occidentale.
Meno male che c'era il mare...